RAI  RADIO 3  (1 MARZO) PROGRAMMA FAHRENEIT

 

INTERVISTA TELEFONICA AD ANTONIO TABUCCHI

 

Testo  

..a proposito di battaglie civili abbiamo al telefono Antonio Tabucchi, che proprio in questi giorni ha ricevuto un premio molto particolare… l’Hidalgo istituito dall’associazione spagnola dei Gitani… sappiamo che Lei fa parte del parlamento internazionale degli scrittori, una parte molto attiva e pensiamo che questo premio le abbia fatto piacere

 

A.T. Si per me ha un valore morale molto importante e mi ha rallegrato…perché I Gitani sono stati riconosciuti cittadini a pieno diritto in Spagna solo nel 1978 e abitano la penisola Iberica dal 1400.

 

Il motivo per cui siamo al telefono è anche un altro… stasera al Teatro Agnelli di Torino verrà rappresentato un suo monologo a partire da questa sera “Il Sig. Pirandello è desiderato al telefono”, c’è un adattamento teatrale di Fabrizio Monetti che lo interpreterà anche. Ci racconta che cos’è questo dialogo mancato?

 

A.T. Io fra l’altro ho avuto occasione di vedere Fabrizio Monetti in questo spettacolo a Stoccolma dove era stato invitato a rappresentare appunto questo monologo e devo dire che la sua interpretazione e il suo adattamento mi è sembrato di altissima qualità. Monetti è un artista... è un pittore, ma è anche un uomo di teatro e dunque mescola alcune sue virtù e qualità in questo spettacolo in maniera straordinaria…per altro anche con una grandissima abilità di rappresentazione. In breve lo spettacolo  racconta di un attore di terza o quarta categoria di vaudeville che negli anni trenta in una clinica psichiatrica del Portogallo viene invitato a scopo terapeutico dal direttore del manicomio per rallegrare, per far piacere, per intrattenere i pazienti. Costui arriva e con un certa prosopopea comincia a recitare un copione molto raffazzonato di cui non si ricorda neanche più, però fingendo di essere un grande poeta….fingendo di essere Pessoa…e comincia appunto con dei dialoghi dei massimi sistemi finché rivela tutta la sua povertà, la sua inanità, e anche il suo dramma la sua infelicità perché si rende conto che il copione non lo ricorda, la situazione è assolutamente improbabile…e comincia ad esprimere il desiderio di parlare con Pirandello. Pirandello che fra l’altro andò a Lisbona proprio nel 1931 per rappresentare in prima mondiale in portoghese “Sogno …ma forse no”… e così viene l’idea che Pirandello potrebbe veramente comprendere un attore come lui che è sempre stato trascurato, non ha mai avuto fortuna… successo nella sua carriera. Tutto il monologo finisce con l’essere il desiderio di telefonare a Pirandello e di potergli raccontare l’infelicità del suo essere attore.

 

Certo questo trova nel teatro il suo luogo ideale, sembra quasi una metafora della forza del teatro…il potere dell’evocazione

 

A.T...naturalmente, inevitabilmente entra proprio a quel punto finalmente grazie proprio al desiderio forse  riesce a penetrare nella personalità del poeta che si era proposto di rappresentare…e cioè raccontando veramente il suo dramma riesce in qualche modo ad essere un Pessoa o una sua controfigura parlando allo stesso livello o immaginando…perché le sue telefonate sono tutte dette ad alta voce …telefonate immaginarie dicendo ecco se telefonassi a Pirandello gli racconterei questo…e poi gli direi quest’altro…e a quel punto lì infatti gli racconta un dramma umano che poi sostanzialmente è quello che in certa poesia Pessoa stesso ha raccontato.

 

Quindi davvero un gioco anche di specchi…e di chiamata alla vita…

 

A.T…si e anche forse una maniera, una forma di fare incontrare su un palco nella letteratura due grandi scrittori con una tematica molto simile in quegli anni che per curiose circostanze nella vita non si incontrarono mai.